Quanto costa un architetto? Compiti, parcella e detrazioni 2020.

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“Quanto costa un architetto” è una domanda cui molti, prima o poi, cercano risposta. Capita spesso, infatti, di trovarsi a che fare con dei lavori di ristrutturazione edilizia, piccolo o grandi. Dietro la risposta stanno molti fattori che in questo articolo semplificheremo punto per punto, per regalarvi uno sguardo completo ed agile sul vostro dilemma. Alcune premesse sono però necessarie, per evitare equivoci.

Premessa 1: architetto, ingegnere, o interior designer?

Prima di parlare della parcella di un architetto, cerchiamo di capire se si tratti della figura professionale che davvero vi serve. Dietro l’idea di ristrutturazione casa possono nascondersi molti tipi di lavori da eseguire. Manutenzione ordinaria o straordinaria, lavori strutturali, impiantistici o di arredamento, etc… A ciascuno il suo. L’architetto, grazie alla sua formazione multidisciplinare, si occupa di tutte quelle trasformazioni dell’ambiente abitato a livello urbanistico o del singolo manufatto. Se, dunque, dovete spostare dei muri, cambiare un pavimento, aggiungere nuove porte… sì, necessitate di un architetto. Questi lavori sono infatti definiti di manutenzione straordinaria, e richiedono una progettazione specialistica con la relativa trafila burocratico-legale. La loro complessità potrebbe tuttavia richiedervi di affiancare all’architetto un ingegnere, qualora il progetto di ristrutturazioni contempli variazioni strutturali, o un impiantista, come nel caso di lavori sulle tubature di un bagno o di una cucina.
Altra questione è quella di progetto di arredamento: se a cambiare è “solo” il mobilio, allora quello che cercate è un interior designer, anche se nulla toglie che l’architetto possa avere anche ottime capacità nel settore. Molti professionisti, infatti, indicano a fianco il titolo di architetto quello di designer d’interni.

Premessa 2: ok, ma… è proprio necessario un tecnico?

Spesso si sente dire che l’architetto è un lusso, soprattutto per i lavori di più piccola entità. Quelli che, per esempio, rientrano nella voce manutenzione ordinaria. Per questa categoria, secondo la legge, un tecnico non è strettamente necessario. Per la manutenzione straordinaria, invece, sì. Sempre. Ma in generale dovete sapere che ricorrere ad un architetto tutelerà voi clienti in primis. Nei confronti di chi? Nei confronti dell’impresa che realizza i lavori, che sarà controllata in fase di direzione lavori perché realizzi tutto secondo quanto previsto, e nei confronti dello Stato. Una valutazione personale sull’entità del lavoro potrebbe esporvi al rischio di realizzare un abuso: è il tipico caso di un lavoro di manutenzione straordinaria affrontato come se fosse di mera manutenzione ordinaria.
In generale, l’architetto si farà carico del disbrigo di tutte le obbligatorie pratiche amministrative. Capiremo così che la parcella per il lavoro di un architetto è sempre una spesa utile oltreché quasi sempre necessaria.

Premessa 3: esistono prezzari standard per quantificare una parcella dell’architetto?

No, dal 2006 non esistono dei tariffari minimi che regolano l’attività dei tecnici dell’edilizia. Il che aumenta la concorrenza a tutto vantaggio del mercato, ma introduce la disdicevole pratica del lavoro deprezzato. Se dopo aver chiesto dei preventivi, ne vedete alcuni decisamente sottosoglia, meglio escluderli. Al lavoro sottopagato corrisponde quasi sempre la bassa qualità. Vedrete invece che i professionisti seri e competitivi lavorano su compensi ancora comparabili alle vecchie soglie percentuali. La maggioranza degli architetti preferisce lavorare a percentuale piuttosto che a forfait.

I compiti dell’architetto: per quali prestazioni paghiamo?

Per capire quanto costa un architetto, non possiamo non analizzare a grandi linee quali sono le sue mansioni. Vediamo dunque insieme quali sono le fasi della progettazione e dei lavori di cui l’architetto si può occupare, per capire come si forma il prezzo della sua parcella.

1. Si parte con il rilievo dell’immobile, necessario a raccogliere tutte le misure e le caratteristiche fisiche dello stato di fatto. In questa fase viene anche raccolta tutta la documentazione tecnica pregressa: visure e planimetrie al Catasto, vecchi permessi e licenze (concessioni, DIA, CILA, CIA, SCIA, etc…) negli archivi comunali. Questa fase comprende una verifica della conformità dell’immobile ai regolamenti urbanistico-edilizi, per confermare la non esistenza di abusi.

2. Si continua con una fase di progettazione preliminare dei lavori. Momento molto importante in cui le vostre aspettative e i vostri desideri vanno commisurati alla realtà. È una fase in cui l’architetto potrà abbozzare il costo finale dei lavori, grazie all’uso di prezzari standard. Gli elaborati base sono planimetrici, ma quasi sempre si corredano di rendering fotorealistici che vi aiuteranno a prendere visione dell’eventuale risultato e riconsiderare eventualmente le indicazioni di partenza. A volte è quindi necessario realizzare diverse bozze di progetto per le alternative possibili.

3. Il progetto scelto verrà poi verificato nella sua fattibilità regolamentare-legale ed esecutiva. Dal progetto di massima, generalmente in scala 1:100, si passa ad un grado più alto di dettaglio (1:50 o 1:20) per fornire alle maestranze indicazioni più precise per la corretta realizzazione delle opere. La progettazione esecutiva viene spesso evitata per i lavori più semplici onde ridurre i costi, ma tenete a mente che solo un elaborato di dettaglio contiene tutte le indicazioni univoche, che non lasciano spazio a interpretazioni o errori.

4. Fissate le caratteristiche dell’intervento, avviene la redazione del computo metrico-estimativo e del capitolato d’appalto, ovvero della quantificazione precisa delle opere e delle relative voci di costo. Documenti non obbligatori per lavori di minore entità, ma che diventano di fatto il preventivo che l’azienda firma e che regola il rapporto tra l’impresa e il committente. Vi permettono di evitare incomprensioni e di conoscere al dettaglio, prima di iniziare, il costo dei lavori.

5. Segue la fase importantissima della preparazione e presentazione delle pratiche per il “permesso”. Le modalità di presentazione e rilascio e il tipo stesso di documento in uso variano in relazione all’entità dei lavori. Avrete bisogno, schematizzando, di una CILA (Comunicazione inizio lavori asseverata) per le opere non strutturali, una SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) per opere strutturali di ristrutturazione, per restauro e risanamento, per cambi di destinazione d’uso. Tutto quanto eccede queste categorie, richiede il permesso di costruire (nuove costruzioni, interventi strutturali molto ingenti etc…)

6. L’architetto può seguire i lavori come “direttore dei lavori”. Si noti bene che questa mansione non coincide con direttore tecnico del cantiere: quest’ultimo è un dipendente dell’impresa, continuativamente presente in cantiere, che si occupa del coordinamento delle maestranze. Dialoga col direttore dei lavori, che deve solo verificare a step che l’esecuzione sia conforme al progetto. A seconda dei casi, tuttavia, l’architetto che dirige i lavori può fornire consulenza all’impresa per la fornitura dei materiali, o svolgere il coordinamento della sicurezza quando in cantiere sarà chiamata più di una impresa.

7. A seconda del tipo di lavori eseguiti, possono essere richiesti la certificazione energetica (quando si cambiano gli infissi o gli impianti di riscaldamento) o il riaccatastamento.
Con questo elenco schematico possiamo considerare l’ammontare di ore e di responsabilità, il ricorso a conoscenze tecniche e creativo-intellettuali in capo all’architetto, così da comprendere meglio le ragioni e le voci di una parcella.

Ok, ma in pratica quanto costa l’architetto?

Ora siamo pronti a capire quanto costa un architetto. Come detto, nella stragrande maggioranza dei casi gli architetti vi chiederanno una remunerazione a percentuale sul costo dei lavori, in base al principio che il compenso deve essere proporzionale all’importanza dell’opera. Ciò non toglie che per opere di piccola entità si ricorra ad un forfait per evitare prezzi irrisori. Con una forbice che rende conto dell’esperienza, della bravura e della fama del professionista, è possibile trovare queste percentuali:

  • Progettazione preliminare: 1-2% circa del costo dei lavori
  • Progetto esecutivo \ richiesta autorizzazioni: 2-4% del costo dei lavori
  • Direzione lavori: 3-6% del costo dei lavori.

È evidente che in caso il rapporto si limiti alla sola progettazione o alla sola direzione, le singole percentuali aumentano per raggiungere una remunerazione minima. Inoltre, in caso di lavorazioni singole o minori, il prezzo è a corpo (per esempio, 300 euro per la pratica catastale). Molto spesso sarà obbligatorio redigere la certificazione energetica: il costo indicativo si aggira sui 250 € per appartamenti che non eccedono i 150 mq.

Tenete poi a mente che a queste voci sono al netto dell’IVA al 22% e del contributo previdenziale Inarcassa al 4%.

In definitiva, ad esempio, su lavori per l’ammontare di 50.000 €, la parcella per l’architetto che si occupa della progettazione e della direzione lavori sarà compresa fra 4000 e 7500 €, tenuto conto dell’IVA e della cassa previdenziale. Davvero non troppo, considerate le conoscenze richieste e la responsabilità presa in carico.

La remunerazione preliminarmente pattuita fra voi e l’architetto va sottoscritta nel contratto, o meglio disciplinare d’incarico, in cui concorderete in dettaglio le prestazioni, a scanso di equivoci ed a tutela di entrambi.

La detrazione sulla parcella dell’architetto: come risparmiare

Per il 2020 è stata confermata la possibilità di una detrazione IRPEF del 50% per le ristrutturazioni edilizie, gli interventi di restauro e risanamento conservativo. Fra le voci soggette a detraibilità rientrano le spese per la progettazione e la direzione lavori, ai sensi dell’articolo 16 – bis, comma 2, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Sarà dunque possibile detrarre il 50% anche sulla parcella dell’architetto, con la consueta formula della divisione dell’aliquota IRPEF detratta su dieci annualità di pari valore.

Risparmiare ma con criterio: occhio alle parcelle choc

L’abolizione dei minimi tariffari ha livellato al ribasso la richiesta media per l’esecuzione di un progetto e la direzione lavori. Le offerte choc si moltiplicano, soprattutto online, per la gioia dei clienti. Molti professionisti realizzano lavori andando quasi in perdita. Alcuni, magari i più giovani, lo fanno per iniziare a crearsi un portafoglio clienti. Fate però molta attenzione: per compensare lo scarso guadagno gli architetti sarebbero obbligati a seguire diversi lavori. Il che significa meno tempo per il vostro progetto. E comunque, da che mondo è mondo, chi è sottopagato si sentirà meno spronato a fare un lavoro a regola d’arte. Allo stesso tempo molti studi già affermati richiederanno parcelle più salate solo per la loro fama, più che per una reale maggior qualità. Occhio, dunque, alla fase di confronto dei preventivi: escludete i prezzi troppo bassi, e vagliate il portfolio lavori degli altri.
Non scegliete un architetto solo per il prezzo più basso, o solo per il brand. Scegliete quello giusto per voi.

Immagini: homebnc.com, home-designing.com, houzz.com, pinterest.com

 

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